Schizogene a Varese
- Gianni Spartà
- 24/07/2021
- 0
Il quarto nome
Alberto Malvolti, presidente della Fondazione Montanelli, mi mandò tempo fa per pura cortesia, un’autentica chicca: la copia anastatica del certificato di battesimo di un bambino con quattro nomi, l’ultimo dei quali stupefacente: Indro, Alessandro, Raffaello, Schizogene, figlio del professor Sestilio (mica male nemmeno questo). Il documento porta la data 8 maggio 1909. Sì, Montanelli di cui si celebrano 20 anni dalla morte per quarto nome aveva Schizogene. Ho fatto una ricerca. Secondo la Treccani il nome deriva dal greco: “Colui che genera polemiche”, mentre Indro evoca una deità indiana, Indira . Lo sappiamo: i toscani si inventano da sempre appellativi improbabili e basti qui ricordare Amintore Fanfani o quel tale, piovuto per caso a Varese, che si chiamava, ahilui, Arpenedro. Ma fu profetico papà Sestilio nel tirare fuori un quarto nome che avrebbe consegnato alla storia una delle penne più graffianti del Novecento. Ora, Schizogene scrisse indimenticabili articoli su Varese e la sua gente negli anni ’60 quando il Corriere della Sera sguinzagliava le firme migliori nella provincia italiana allo scopo di scattarvi istantanee da tramandare ai posteri. Quadretti e profili sono di grande scuola. Eccone uno sulla città così descritta: “Un deserto pieno di gente e ben attrezzato. Qui convivono due anime: quella del Sacro Monte, simbolo della Fede e centro del culto mariano, e quelle del forno crematorio, emblema della Massoneria. Ma il Clero è molto più forte della Loggia”. Nel centro di Fucecchio, paese natale di Indro, campeggia la statua di Giuseppe Montanelli della stessa stirpe di Indro. Il monumento poggia, per motivi statici. su una pila di libri che sembrano calare dal sedere del patriota, per cui i fucecchiesi, poco dopo la realizzazione dell’opera, cominciarono a chiamarlo "il Cacalibri".