Blog



I Papi del nostro tempo

  • Gianni Spartà
  • 06/01/2023
  • 0

La staffetta in veste bianca

Quale papa ha stupito di più il mondo contemporaneo? Roncalli, Montini, Wojtyla, Ratzinger, Bergoglio? Ce lo chiediamo mentre va in scena lo “stupore” per il  grande, affettuoso abbraccio a Benedetto XVI che papa effettivo non era più da dieci anni. La folla debordante davanti alle sue spoglie dice che il popolo di Dio aveva capito eccome le clamorose dimissioni del “pastore tedesco” raffinato e umile. Circondato da vecchie abitudini curiali difficili da scrostare, egli si fece da parte. Bisognava che lo Spirito santo scegliesse qualcun altro, diverso da lui, e lo mettesse al suo posto. Pensiero sublime da   profeta. Decisione scomoda non di un papa teologo, ma di un teologo cui è  toccato in sorte di fare il papa, finché le forze gliel’hanno concesso. Quando ha fatto il passo indietro Ratzinger era come prosciugato dalla più grande biografia di Gesù scritta nel nostro tempo: tre libri, ottocento pagine. Ci rendiamo conto di parlare da osservatori laici assuefatti a misurarsi con le liturgie della politica, dell’economia, anche della scienza. La Chiesa millenaria contempla categorie diverse, ma nessuno può negare la continuità che ha unito i pontefici a cavallo del ventesimo e ventunesimo secolo. Ogni fumata bianca ha consegnato alla storia un papa capace di cambiare qualcosa, di lasciare tracce indelebili, di apparire più amato del predecessore. Sembrava inarrivabile la popolarità di Giovanni Paolo II: solo per lui si levò da piazza San Pietro il grido “santo subito”. Oggi si dice che Francesco piaccia di più e lo spettacolare addio a Benedetto XVI, quel silenzio assordante in piazza San Pietro, suggeriscono prudenza per l’avvenire. Per i papi la verità non è mai quella del momento. Prendiamo Giovanni XXIII: quanto riduttiva e banale appare oggi l’immagine di “ papa buono”! Mentre invitava i devoti radunati sotto la sua finestra a tornare a casa, in una notte di luna piena, e a dare una carezza ai loro bambini questo pontefice progettava il Concilio Vaticano II, cioè la più grande rivoluzione moderna nel seno di Santa romana chiesa. Buono, dunque, non bonaccione. Modi da parroco della campagna bergamasca, ma con una formidabile tenacia riformatrice. Poi venne Paolo VI, vittima di critiche, incomprensioni, anche di accuse per le chiusure su temi come il divorzio , il controllo delle nascite, le coppie gay. Nel 2014 il Sinodo rivalutò  in tempi imprevedibili l’enciclica Humanae Vitae del 1968  cogliendo “elementi positivi anche nelle forme imperfette di famiglie”. Montini con la sua sofferta umanità interiore non aveva condannato proprio nessuno. Aveva sprigionato profondità spirituali che o non erano state comprese o aveva fatto comodo non comprendere in un’epoca travagliata. A Paolo VI contestarono pure la scarsa empatia mediatica. Come Ratzinger era schivo e timido, riservato e colto . Ma quando lo videro implorare gli uomini della Brigate Rosse per il rilascio di Aldo Moro i suoi detrattori cambiarono idea. Nessun papa aveva preso di petto con tanta partecipazione un dramma sociale e politico. E nessun papa, tra l’altro, aveva mai messo piede su un aereo: lo fece quel pontefice esangue e sottile esattamente il 6 gennaio del 1964 per andare in Terra Santa. La prima volta di un Papa nei luoghi di Gesù. Forse  bisogna apparire tormentati e silenziosi per passare alla storia come innovatori. Ma cosa ci  lascia un’esperienza senza precedenti, la staffetta tra due papi viventi e diversi? Quali insegnamenti sono assimilabili e riproducibili nel mondo secolare? La fede è anche laica se la si intende come assoluta convinzione al servizio della verità e della giustezza. E poi ci son tutti gli altri valori: la continuità, la coesione, il bene comune, tutto ciò che ha unito in dieci anni due padri con la veste bianca, entrambi di casa nel circuito vaticano che non esclude l’imperfezione. Ratzinger non c’era più ma oggi sappiamo che non s’era mai mosso da dove un conclave l’aveva posizionato. Tra lui e Francesco una sorta di Trasfigurazione che  a parere di molti ha  fatto bene alla Chiesa in tempi terribili.

Aggiungi Commento

Nome
Email
Testo Commento (evidenzia per modificare)

(0) Commenti