Donald e Dio

• Gianni Spartà
• 21/01/2025
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Trump

E nell’Alto dei Cieli come l’avranno preso il discorso d’esordio dell’uomo più potente del mondo? Una minaccia o una promessa? Atto di superbia o segno di sottomissione? Trump ha ripetuto più volte la parola Dio - forse è disposto a riconoscergli un grado più elevato del suo - nessun fulmine gli ha folgorato la chioma arancione. Ma San Pietro, ad esempio, se uno come Donald dovesse bussare alla sua porta domani o dopo si consulterebbe col Principale o per la Speranza che sta a cuore a papa Francesco gli direbbe: senti fratello, non ti mando all’inferno subito, fai un po’ d’anticamera qui sotto dove purghiamo i peccatori di lussuria e poi ti chiamiamo su?  L’insediamento di un presidente degli Stati Uniti è una gigantesca messa cantata seguita in mondovisione: si abbonda in litanie. Poi bisogna aspettare che l’incenso si diradi. Trump ci ha detto che non inizierà nessuna guerra. Spiegherà come intende mandare fuori dei confini milioni di messicani con un volo di colombe e riprendersi il canale di Panama senza sparare un colpo alle navi cinesi. Ci dirà anche se noi europei possiamo contare sui suoi tank nel caso dal Brennero ci invadessero i neo-nazisti dell’Austria. In ogni caso, cari italiani, noi andiamo a letto rincuorati come se avessimo vinto i mondiali di calcio. Meloni unica leader europea invitata a Washington: porca miserie, non era mai successo. Ha così da correre Salvini col suo sovranismo social club. Colpito e affondato. Non gli resta che Putin. Da oggi in poi se lo psicopatico biondo che fa impazzire il mondo deve dire qualcosa a Ursula chiama Giorgia. Ci pensa lei poi a dare ordini a Bruxelles. Che vuoi che sia ormai presentarsi alla Casa Bianca senza annunciarsi? Passavo…I portieri la conoscono, anche Biden le baciò i capelli. Musk il suo vero amico? Quello è fumo negli occhi. Lei nel 2018 ad Atreju ospitava Steve Bannon, lo stratega ventriloquo di Donaldone. Altro che i settemila satelliti di Mister Tesla.