La fede e il volo
- Gianni Spartà
- 12/07/2025
- 0
I vip di Induno Olona
C’era il gotha dell’industria aeronautica varesina e nazionale per l’ultimo saluto a Carlo Ferrarin qualche giorno fa nella basilica di San Vittore. E ad alcuni non sono sfuggite alcune coincidenze: vent’anni fa, sempre alle idi di luglio, se ne andava Ermanno Bazzocchi, anch’egli ingegnere di talento, padre del celebre MB 339 (questa la sigla originaria) sul quale volano le Frecce Tricolori. Lo stesso giorno in cui Carlo ha chiuso gli occhi, il 3 luglio ma del 1928, suo padre Arturo decollava da Roma- Montecello con un Savoia Marchetti S 64 e volando per oltre 7.000 km atterrava in Brasile in una spiaggia vicino a Porto Natal. Lo ha raccontato dall’altare dopo il funerale celebrato dal prevosto Gabriele Gioa un amico speciale di Carlo Ferrarin (nella foto alle festa dei 90 anni ): don Adriano Sandri, sacerdote e aviatore che in base alla sua esperienza ha sottolineato come la gente dell’aria risulti predisposta in modo particolare a lasciarsi affascinare dalla fede e dalla ricerca di Dio. Don Sandri ha parlato di Plinio Rovesti, padre del volo italiano, di Ermanno Bazzocchi, fiero della formazione cristiana ricevuta nel collegio arcivescovile di Tradate, del comandante Filippo Zappata (“mi diceva che spesso lo si trovava inginocchiato in chiesa a recitare il rosario”). C’è un’altra circostanza che pare degna di nota: quanti personaggi famosi legati a Induno Olona per nascita o per residenza! Si sa tutto di Luigi Ganna, il primo vincitore del Giro d’Italia nel 1909, il campione che dopo l’abbandono delle gare, si mise a fabbricare biciclette con il suo cognome per marchio. La faccia schizzata di fango del Luisin è entrata nei libri di storia italiana come icona dei tempi eroici del ciclismo. Pure di Induno Olona è Carlo Maciachini l’architetto che progettò il cimitero Monumentale a Milano e quello di Giubiano dove è sepolto Ganna. A Maciachini si devono tante opere: costruì chiese ed edifici funerari in Lombardia, Veneto, Friuli. Non poteva che essere sepolto a Monumentale di Milano tanto più che a Miano dispiegò la sua arte e abitò a lungo. Poi c’è lo scrittore Guido Piovene che a Induno risiedeva nella villa della moglie e lì scrisse il De America un grande reportage di viaggio e parte di un’altra opera, Viaggio in Italia, che ancora oggi costituisce lo strumento privilegiato per conoscere il nostro Paese dal Brennero ad Agrigento. Infine una storia davvero imprevedibile di cui è protagonista un indunese ad honorem: il famoso cardiochirurgo Christian Barnard che nel 1969 trapiantò il primo cuore italiano a Giovanna Bon, entrata nella storia. Ci fu una generosa raccolta fondi per aiutare la famiglia della bambina. L’operazione si svolse all’ospedale di città del Capo, tutto bene, Barnard fece il viaggio di nozze in Italia e andò a trovare la piccola paziente e in quella occasione gli diedero la cittadinanza onoraria. Infine un giallo storico mai risolto. Si dice, e qui voliamo alto, che nel castello dei Medici, ramo cadetto dei Marignano, sia venuto alla luce San Carlo Borromeo. E’ materiale nobile coperto dal riserbo, pare che il neonato, la cui mamma era imparentata con i Medici, fu subito trasferito ad Arona, così sostengono gli studiosi. E siccome non vogliamo fare torto al San Carlone, ci fermiamo qui.