Con i piedi ciao ciao
- Gianni Spartà
- 22/04/2022
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Muoversi a Varese
Che cosa diranno di noi i posteri, facciamo tra due secoli, quando si mette mano a indagini in odore di archeologia sociale? Diranno che eravamo costruttori seriali di rotonde, capannoni, tangenziali, bretelle d’asfalto e parcheggi. Osserveranno che bruciavamo suolo pubblico per realizzarli e che quando li realizzavamo, con tempi biblici, essi non servivano più. Perché il traffico era diminuito, le città si erano svuotate, il commercio e l’industria avevano imboccato la via del tramonto o cambiato indirizzo. Insomma avevamo sbagliato i conti, dilatando la percezione del presente, ignorando l’idea del futuro, rimpiangendo usi e costumi del passato. Fateci caso: è così. L’avessero avuta vinta i titolari di botteghe e caffè che negli anni ’70 a Varese si mettevano di traverso davanti al progetto di un’isola pedonale in corso Matteotti, striminzito decumano del capoluogo, oggi imprecheremmo per la distruzione del centro storico. Quel poco rimasto. Se avessimo sventrato la montagna sacra per farvi un parcheggio sotterraneo alla Prima Cappella, non solo gli ecologisti sarebbero calvi dopo essersi strappati tutti i capelli. E se fosse andata in porto venticinque anni la trovata del tram-bus, brutta copia di una metropolitana di superficie, avremmo stortato tutti i rettilinei, come è avvenuto in via Sanvito con la precoce sperimentazione iniziale. Morale: la coscienza urbana è volubile, influenzata dagli umori dell’epoca, la cultura urbana è un valore assoluto. E quella di oggi ci dice che non esiste area metropolitana che non abbia imboccato la strada virtuosa delle zone pedonali e ciclabili. Seguendo il dibattito varesino di questi giorni ci pare di cogliere improvvisazione e protagonismo. A cavallo del suo quarantaseiesimo compleanno (auguri, beato lei) un suggerimento al sindaco Davide Galimberti e alla sua giunta: si indicano stati generali con al centro la questione trasporti e mobilità sostenibile in una città che, adagiata su sette colli, presenta qualche problema in più. Ma il ritornello sia solo uno: con i piedi, con le mani, con due ruote ciao ciao.