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Figli, figliastri, fratellastri

  • Gianni Spartà
  • 04/05/2022
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Putin isolato?

Quando Zelensky chiama in causa mediaticamente l’Onu sapendo di non poter ricevere risposte, mette il dito nella piaga che la guerra in Europa ha vistosamente aperto nel costato del mondo. Un giudice c’è nel palazzo di vetro a New York: sta lì per garantire la pace e disinnescare conflitti. Può aprire  processi, istruirli, ma non può chiuderli, nel caso dell’aggressione all’Ucraina,  perché le toghe permanenti sono cinque e una ce l’ha sulle spalle Putin. Il quale ha il diritto di invalidare  sentenze a lui ostili, anzi di soffocarle sul nascere. Così vollero i padri del Consiglio di sicurezza rappresentato dai vincitori della seconda guerra mondiale: Cina, Francia, Regno Unito, Russia, America. E per sorte beffarda furono proprio Churchill e Roosevelt con Stalin a imporre la regola-capestro del potere di veto. Essi non potevano immaginare che settant’anni dopo uno kapo della gendarmeria mondiale avrebbe deciso di aggredire se stesso. Anche nella vita delle nazioni, la verità è quella del momento e in quel momento a Yalta si pensava al minore dei mali, guerra fredda, blocchi contrapporti, muro di Berlino, non ai deliri imperiali di un  Hitler redivivo.  Di questa guerra ciascuno spiega ogni giorno che cosa ha capito nei salotti televisivi. Una certezza è che le istituzioni si ritrovano di colpo invecchiate e decomposte se nella geopolitica cambia anche il cambiamento, com’è successo in un amen negli ultimi anni. Che senso ha un consiglio di sicurezza Onu senza Giappone, India, Sudamerica? E una rappresentanza europea con dentro l’Inghilterra che ha voluto la Brexit? E che dire della non pervenuta Africa, due miliardi d’abitanti, fabbrica di diseguaglianze orrende e di sfruttamento aggravato? Non c’è da stupirsi se un leader del continente nero ha scritto sui social: “La maggioranza dell’umanità che non è bianca sostiene la Russia e non l’Ucraina”. Si può pensare che allo stresso modo la pensiono in molti Paesi dell’Asia e in buona parte del Medio Oriente. Domanda atroce: è davvero così isolato sul pianeta il satrapo del Cremlino? Dimentichiamoci d’averlo visto in una chiesa di Mosca con i mano una candela il giorno della Pasqua russo-ortodossa: questi sono affari suoi. Ma sperando di non dovere mai fare la conta perché vorrebbe dire fare i conti terza guerra mondiale, quanti stanno con lui e quanti contro di lui? D’altra parte che cosa abbiamo saputo noi occidentali, dando al termine un senso lato, delle guerre senza le sanzioni di nessuno, delle migliaia di cadaveri gettati nel Nilo quando due feroci dittatori, Obote e Idi Amin,  si disputavano l’Uganda, dei prigionieri a cui ka coppia faceva cavavare gli occhi prima di rinchiuderli nei lager- ed erano larve affamate non uomini? Anche in Africa, come in Ucraina, la crudeltà vigliacca colpiva specialmente donne e bambini. In Occidente arrivò, smorzato, solo il grido di dolore di missionari e suore. Papa Francesco nell’intervista televisiva a Lorena Bianchetti lo scorso venerdì santo ha parlato di serie A e serie B. Ciò che molti  pensano, lui l’ha detto: “Siamo razzisti, questo è brutto”. Ma quella dei figli e figliastri e soprattutto dei fratellastri di Putin, della loro impunità tra le urla del silenzio è un’altra storia. Molto scomoda. 

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