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Le anime morte

  • Gianni Spartà
  • 24/08/2022
  • 0

No vax alle urne

Ci sono 171mila italiani che non voteranno il 25 settembre perchè non stanno più nei loro corpi, a volte caricati su autocarri militari, sepolti senza funerali, spariti nel nulla. Ma voterebbero per protesta anno le loro anime morte. Le stanno risvegliando ad arte in questi giorni cacciatori di posti in parlamento, le stanno usando contro la “dittatura sanitaria” sofferta , dicono, durante la pandemia, tutto per rinfocolare la polemica no vax, tanto loro, le anine, non possono più obiettare. Sono morte e tuttavia servono a giustificare una ideologia antisistema. Nè stupote nè vergogna. La politica non è morale e nemmeno immorale. E’ amorale, pertanto 171mila vittime rappresentano un bel pacchetto di voti tanto funerei quanto utilizzabili. La grande strage del Covid vale più di un Pnrr, al punto che virologi positivisti e negazionisti possono cambiare mestiere, diventare deputati, senatori, magari ministri. Il salto del bancone lo hanno fatto e continuano a farlo i magistrati, perchè non dovrebbe approfitttarne il Rione Sanità, ramo ricerca scientifica? Succede anche questo nella più disperata partita della storia repubbicana ed è la democrazia, bellezza. Ridotte a quasi la metà le platee di Montecitorio e di Palazzo Madama, si moltiplicano smodatamente le anomalie ai nastri di partenza. D’altra parte la legge elettorale, che tutti volevano riformare a parole, agevola la scorciatoia, la confusione, il cambio di casacca last-minute  tra i partiti tradizionali, figuriamoci se si possono criticare i liberi movimenti. Fate reagire in una provetta atomi di populismo e particcelle di fattori sociali, quali sono una guerra, una pandemia, un’emergenza ambientale e avrete le coordinate del dramma della nostra epoca. Diceva Flaiano: c’è sempre qualcuno che continua a spostare la soglia del ridicolo, altrimenti non si spiega. Ridicoli  continuano a essere i  paracadutati in questo e quel collegio, persone estranee ai terriitori ai quali vengono asssegnati, gente che potrebbe dire legittimamente al potenziale elettore: lei non sa chi sono io. Infatti: il popolo sovrano, da tempo spodestato delle preferenze, vota al buio un personaggio di cui conosce il volto, per via della pubblicità sui manifesti, non la sua storia. Deve mettere una croce sul  simbolo, non sul Tal dei Tali preconfezionato, e sotto il simbolo c’è il nome di chi ha deciso tutto, quasi a dire, come il marchese Del Grillo: io sono io e voi non siete un c...Ma chi le vincerà queste elezioni improvvisate e indesiderate in un clima torrido, siccitoso, in una estate che annuncia un autunno alla canna del gas? Come numeri del lotto sono spuntati in zona Cesarini uomini e donne con un certo peso specifico, più attorno alla Meloni che a Letta, volendo considerare i leader dei due poli dominanti a rigore di sondaggi. Il Centro è più affollato di un metrò all’ora di punta. E alla fine chi farà il presidente del Consiglio avendo addosso gli occhi di mezzo mondo per la notorietà del predecessore, un Drago plurale? Ci piace ricordare una battuta di Enzo Biagi quando gli chiedevano di spiegare come avvenivano le assunzioni in Rai: uno di destra, uno di sinistra e uno bravo, diceva il grande giornalista. Se Mattarella dovesse trovarsi con le spalle al muro, se fosse necessario interpellare la Sibilla Cumana per interpretare il voto degli italiani, la soluzione potrebbe essere un tridente. Il problema è scegliere il bravo.

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