Blog



La mafie dell’F24

  • Gianni Spartà
  • 07/10/2022
  • 0

Occhi su Milano-Cortina 2026

Ciascuno annuncia un suo tempo. Va di moda il 2050, abbastanza lontano per immaginare ancora sulla tolda quanti se lo danno come traguardo d’arrivo. Roberto Grassi, presidente di Confindustria Varese, ha giocato d’anticipo facendo aprire l’assemblea di categoria a una imprenditrice trentenne, Giorgia Munari. La quale ha colto al volo il testimone: “Ora tocca alla mia generazione, cari seniores fateci largo”. Cambiamo campo. Nel loro report semestrale i capi della Direzione Investigativa Antimafia si accontentano di una data più vicina: il 2026, l’anno delle Olimpiadi Milano-Cortina che, come accadde per Expo 2015, saranno pane anche per le cosche trapiantate al Nord. Venticinque su quarantasei le “locali”, cioè le ambasciate del Padrino, ben salde in Lombardia. E poiché già si intuiscono movimenti sensibili, ecco  l’allarme per  le montagne di soldi e di appalti nelle quali la criminalità organizzata tenterà di affondare le mani. Con buone probabilità di successo. Non è pessimismo, ma documentato realismo. Il timore si fonda su una certezza: evaporata l’immagine di boss con lupara a tracolla e giaccone di pecora addosso, le mafie hanno deposto le armi e le hanno sostituite con il modello F 24, icona fiscale delle transazioni tra stato e imprese. Hanno licenziato il consulente balistico militare per affidarsi a pletorici studi di onnipotenti commercialisti, hanno accantonato il vecchio pizzo per concentrarsi sul moderno bilancio di esercizio. E hanno preferito il sempre romantico notaio all’anacronistico “consigliori”. Tutto deve avere la patina di una complicata legalità, difficile da smontare. I milioni di euro devono girare, a ciascuno i suoi, spartizione già decisa, ma bisogna che essi appaiano come normali  investimenti, a prova di bomba. La bomba nascosta che non si disinnesca con le informazioni di garanzia, gli arresti multipli, i processi penali ma con ben altro. Colpendo preventivamente i patrimoni, non le persone, mobilitando sì procuratori, questori, comandi di carabinieri e guardia di finanza, ma all’insegna di una inversione dell’onere della prova: sei tu, mafioso presunto, a doverci spiegare un arricchimento sospetto. Lavoro di intelligence, non solo di inchiesta. Su questi argomenti insiste in vari video sul web il direttore centrale anticrimine Francesco Messina. Ce li aveva in mente anni fa quand’era questore a Varese, li enuncia oggi da prefetto- capo di quattro dipartimenti della polizia di stato, 28mila uomini. Sono sempre più rare, l’avrete notato, le operazioni eclatanti con sequestri milionari di cocaina e pare estinta la razza dei pentiti. La contaminazione criminale è silente, mascherata da facciate irreprensibili. La politica? Conta sempre meno. La finanza? Il vero verminaio. La magistratura? In apparenza lasciata in pace dopo i massacri degli anni ’90. Quasi fosse cambiato il metodo, quasi la trama di affari sporchi fosse tutta scritta nei data-base che figli e nipoti degli antichi boss perforano come panetti di burro. L’abbiamo sperimentato con il Covid: quando il virus è invisibile ci vuole studio per vaccinarsene.  E infatti l’allerta delle DIA precede di quattro anni l’evento mondiale Milano- Cortina. Sicuro è che i cattivi  non si possono più considerare infiltrati tra i buoni ma casi integrati. Dopo una cinquantina d’anni di residenzialità essi vivono  in simbiosi perfetta col tessuto economico. Sanno diversificare le loro attività, come fa un’industria quando un prodotto è diventato maturo, sono in grado di cercare nuove vie di mercato, come fa l’acqua se trova davanti a sé un’improvvisa ostruzione. E allora la sorveglianza speciale è il caso di indirizzarla non tanto dentro, quanto attorno. La filiera alberghiera e della ristorazione, quella dello svago e del tempo libero, tutto ciò che farà da contorno all’evento sportivo rappresentano gli obiettivi in funzione anti-mafia. E’ negli interstizi di questi business collaterali che dovrà essere intensificata l’intelligence, sperimentando qualcosa di nuovo. In vista del 2050. 

Aggiungi Commento

Nome
Email
Testo Commento (evidenzia per modificare)

(0) Commenti