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Eva, Elly e Giorgia

  • Gianni Spartà
  • 04/03/2023
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Il potere delle donne

Alla terza esultanza per la “prima volta” di una donna ai vertici di istituzioni importanti (Margherita Cassano presidente della  Cassazione), si può anche dire: adesso basta, giù sirene e lampeggianti, rendiamoci conto che in Europa è così da anni. Vero, sta succedendo tutto in una volta, Giorgia Meloni capo del governo, Elly Schlein leader delle opposizioni. Ma la troppa enfasi dilata il pregiudizio, non lo cancella e la soddisfazione tradisce la malizia: ne parlo oggi in attesa di sparlarne domani. Da Eva in poi la femmina ha in mano i destini del mondo per avere afferrato una mela. Una madre di nome Maria è venerata in tantissimi angoli del pianeta, anche i musulmani la amano. A Londra una regina scomparsa ha riempito di lacrime milioni di volti, ora scettici per il ritorno sul trono di un re maschio. Insomma, la donna non ha bisogno di messe cantate per sentirsi emancipata. Andate negli ospedali, nei tribunali, nei giornali, alle agenzie delle entrate, troverete truppe di signore al comando. Per lo più gentili, pragmatiche, a volte iene o capre. Vale anche per gli uomini: leoni, carismatici, a volte coglioni di talento. Caso mai la donna sente bisogno di non essere al centro della cronaca nera un giorno sì e l’altro pure. Ma lo stupore si crea quando una lei s’impadronisce del potere politico. Parliamo di Elly dopo aver dedicato paginate a Giorgia. Una che fino a poco tempo fa non era nemmeno iscritta al Pd dà scacco matto a colui che governa il rifugio antiaereo del partito, l’Emilia Romagna. Aria nuova, mica male e una scissione sarebbe l’ultimo karakiri delle le ombre rosse diventate grigie. Che cosa si critica delle Schlein che orgogliosamente dice di amare una donna, l’ideale in un ambiente assuefatto al bunga-bunga? E’ miliardaria, ha tre passaporti, italiano, svizzero, americano e convinzioni troppo radicali. Veramente i comunisti volevano sradicare, mutando il sostantivo in verbo. Quanto ai miliardi, che bello se dalla testa di una segretaria del Pd uscisse l’idea di costituire una fondazione umanitaria, una Charity per dirla all’americana. In fondo ha detto di voler combattere le disuguaglianze sociali. Elly avrebbe un brutto carattere come tutti quelli che ne hanno uno. Può salvarla un patto d’acciaio tra due donne di ferro. E l’altra è la Meloni, sì proprio lei. E’ il momento giusto per smontare un sistema dove l’opposizione non è interessata a un capovolgimento ideale di fronte, ma al solo logoramento di chi sta al governo. Gioco perverso tra maggioranza e minoranza per fare in modo che nessuno porti a termine la propria azione. Unità nazionale? Perché no. Ma stavolta fatta con materiali democratici perché a mettere sul trono la Meloni e su un piedistallo di partito la Schlein sono stati i voti del popolo. Quei pochi  sopravvissuti all’esodo da urne e gazebo. Due donne uguali e contrarie, una con idee di sinistra-sinistra, l’altra di destra-destra. Che attorno abbiano alleati o alleabili scomodi sono entrambe consapevoli. Si tratta di poterne fare a meno col tempo sapendo fin d’ora che il centro in Italia è finito con la scomparsa della Dc. Quanto è avvenuto dopo non è stato credo politico,  ma convenienza transitoria. Si crei un pietoso sindacato per deputati-vinavil e assessori a vita, tutti privi di consenso pubblico ma sempre tra le scatole e avremo la governabilità duratura. Due blocchi omogenei: conservatori e laburisti per mano di due donne. Quello sì che sarebbe uno scoop.  

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