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Avevo perso la Sicilia

  • Gianni Spartà
  • 31/07/2023
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25 luglio di fuoco e nebbia

Ciascuno si porterà dentro il ricordo del 25 luglio 2023, giorno in cui le anime candide hanno perso l’innocenza, gli scettici il dubbio, i distratti la memoria, gli indifferenti l’ignavia. Quelli che non hanno perso niente sono i negazionisti : per loro il 25 luglio continuerà a essere l’anniversario della caduta del fascismo. A me è capitato di perdere la Sicilia. Alle sei di quel pomeriggio di un giorno da cani non c’era più, pareva sprofondata, come se il leggendario Colapesce, l’eroe dei due mari caro ai bambini siciliani, avesse smesso di mantenerla a galla a forza di braccia dal fondo degli abissi, obbedendo agli ordini ricevuti dal suo re. Scrutavo l’orizzonte dal ponte più alto del traghetto partito da Villa San Giovanni, cercavo Messina con l’obelisco che regge la statua della Madonna della Lettera all’imbocco del porto, non vedevo nulla. Una melassa di nebbia e cenere circondava la  nave, il cielo era nero, il sole slavato, l’aria irrespirabile. Puzzo di bruciato, bagliore rosso indistinto, fuoco, scirocco, bestemmie e preghiere, 44 gradi umidi e insopportabili. L’Italia è bipolare anche nella disgrazia: al Nord grandine, tempeste, auto portate via da una pioggia atomica, coltivazioni perse, al Sud il trailer di come potrebbe essere un film sull’Apocalisse del terzo millennio. E adesso? Beh adesso si è irritato pure l’imperturbabile Mattarella: incendi, frane, l’alito assassino di Caronte su vecchi e bambini, aeroporti bloccati e qualcuno pensa che non stia succedendo niente di strano, di inedito, di preoccupante? Finiamola perdio. Gli eventi terribili che sconvolgono il mondo sono legati ai cambiamenti climatici causati dagli sventurati anni del progresso che ha dato molto e tolto tantissimo. Punto. Se qualche fesso (o furbo) vuole replicare la farsa no-vax si accomodi, qui non c’è Putin che avvelena i giornalisti e non ci sono sanguinari dittatori africani che fanno fuori gli avversari politici. E le popolazioni civili. A proposito di Africa firmate un appello di Alex Zanotelli che gira sul web, aiutiamo tanta povera gente stritolata da fame, guerre e oblio. Ma tornando a noi, basta polemiche su mobilità sostenibile, su pale eoliche, su che cosa è buono e che cosa no. Lo vedete il mare che si mangia le spiagge, li vedete gli alberi che saltano in aria come tappi di bottiglia? La terra ha perso i suoi equilibri, la sventura incombe  e  adesso o mai le classi dirigenti devono dimostrare di servire a qualcosa. Giuseppe Zamberletti, padre della Protezione civile, diceva: non bisogna fare presto, bisogna fare prima. Greta può non essere simpatica, a me non lo è, scusate, ma che sia stata una bambina con le trecce con quella faccia un po’ così a sollevare una questione epocale dovrebbe farci sprofondare per la vergogna. Non si cancellano dalla memoria le immagini dei nove orsi polari che annaspavano verso un destino di morte traditi dal loro amico di sempre, era il 2008: il ghiaccio che si scioglieva per le follie del clima, e per la negligenza degli uomini, lassù in cima al mondo. E pesano sulla coscienza collettiva le fotografie dei sette capodogli stecchiti sulla spiaggia di Foce Varano perché ingannati dai nostri sacchetti della spesa. Li avevano scambiati per calamari ed era plasticaccia finita nelle loro bocche spalancate, laggiù  in fondo al mare avvelenato. Dopo il 25 luglio di roghi e tempeste, dopo l’ultima sonora bastonata assestata dalla natura alla vanagloria dell’homo sapiens, vorremmo che due parole, “cambiamento climatico”,  potessero essere pronunciate senza sollevare ilarità. Da ridere c’è poco, c’è molto da fare soprattutto nelle scuole. Un “Non è mai troppo tardi” dedicato all’ambiente arricchirebbe i palinsesti televisivi. Scienza e politica si interrogano e si scoprono in antitesi. Non deve succedere. Esistono gli scienziati pazzi che propongono di raffreddare la Terra con uno scudo di nubi artificiali e di scaricare nel mare massicce dosi di ferro per rigenerare plancton. Ed esistono politici cialtroni che per un posto da parlamentare si prestano a sabotare vaccinazioni e battaglie ambientaliste. Poi c’è il Fondo monetario internazionale che il giorno in cui bruciava mezza Europa annunciava di aver rivisto al le stime sul Pil di Italia, Germania, Francia. Avremo una crescita dello zero virgola qualcosa che merita un titolo: chi se ne frega!

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