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Risveglio cattolico

  • Gianni Spartà
  • 29/01/2025
  • 0

Fuga al centro

Con la Casa Bianca che inaugura la nuova era diffondendo
immagini di messicani “deportati” in catene, è difficile
imbastire discorsi sulla voglia di moderatismo in Europa. Si vive
sospesi nell’azzardo: ci stiamo giocando le democrazie liberali?
E se è così, ce la siamo cercata o la colpa è solo di chi imbocca
scorciatoie autocratiche? L’ America è l’America, puritana e calvinista, dove Trump
ringrazia Dio che gli ha salvato la vita per il bene della nazione.
In Italia chi sbianca davanti a queste derive vede un vuoto di
pensiero e di azione. La diserzione delle urne sfiora il cinquanta
per cento dei convocati. Vuol dire che lì in mezzo, al centro, ci
sarebbe un partito bell’e pronto a fare il pieno. Quanto meno a
provarci. E’ sotto gli occhi di tutti Il risveglio dei cattolici benedetto da
quarti nobili delle gerarchie ecclesiastiche e conveniente anche
ai laici. In tv si rivede a mo’ di reduce Romano Prodi, ultimo dei
mohicani sterminati dal berlusconismo. Interrogato su che
cosa ci fa uno della sua età e statura nel guazzabuglio, a denti
stretti si riconosce nel vecchio adagio: si stava meglio quando
si stava peggio. La politica negli ultimi trent’anni è stata una giostra: girando e
rigirando è rimasta in aria, ma ha perso, oltre alla faccia, la
fiducia di elettori stanchi di lottare. Ora questa quiescenza è il reale pericolo dei nostri tempi. Per
scuoterla occorrono leader naturali, né rieccoli né riciclati.
Figure che stiano in piedi da sole senza il sostegno di nomine
cucite su misura. Dunque non figuranti. Ma questo tipo di ricerca di personale deve accettare i rischi
che la competenza e la credibilità comportano. Il ragionamento è questo: io mi presto, cari signori, ma lo faccio
per mettere le mani del motore, non mi basta aprire il cofano.
A destra, si voglia o no, l’operazione è riuscita con Giorgia
Meloni che punta alla revisione, non s’accontenta della
manutenzione. Il Paese l’aspetta al varco. A sinistra si cerca una personalità altrettanto popolana (parola
sdoganata anche dal papa), che sia in grado di battere
l’avversaria alle elezioni. E qui si sente che manca qualcosa: un
centro federatore capace di costruire l’alternativa progressista.
In Italia abbiamo avuto la Dc delle convergenze parallele,
prima, del tentativo non riuscito di un compromesso col Pci,
poi: tutti e due, Moro e Berlinguer, hanno pagata con la vita,
uno ucciso dai mitra, l’altro dalla fatica di fare politica in un
Paese dove devono comandare tutti. La catastrofe della classe dirigente italiana è tale da lasciare
spazi importanti ai rari casi di organizzazioni che in questi anni
disperati hanno continuato a fare scuola come la facevano una
volta i partiti all’ombra dell’impegno ideologico. Solo che oggi
va di moda il tribuno sanguigno che punta tutto sulla propria
immagine, sulla sua capacità dialettica, sulla bestiale
comunicazione che ne diffonde l’eco in tempo reale. Un
fenomeno usa e getta: dura per una stagione non per
un’epoca. Il problema della ricostruzione di un centro di gravità
permanente è dunque sul tappeto. La storia insegna che la
riserva di caccia perlustrata per costruirlo è stata per anni il
mondo cattolico, non un partito del Papa, ma la biosfera delle
parrocchie, dei movimenti civici, degli immensi giacimenti del
volontariato laico, delle categorie economiche. Lì è annegato
l’esercizio del voto. Veniamo a noi: che cosa succede a Varese? Succede che il
territorio, potrà sembrare strano, è sempre stato laboratorio
politico: nel ’93 la Lega che aveva stravinto accettò il puntello dei Ds per governare pacificamente il capoluogo; nelle epoche
successive, il partito di maggioranza nel territorio provinciale è
sempre stato Forza Italia; con Salvini al posto di Bossi, il
Carroccio ha deragliato e nella sua culla si è insediato il Pd nel
2016 e cinque anni dopo. Il 2027 è lontano ma c’è già
movimento. Girano nomi alla voce sindaci, anche sogni e conti
senza l’oste. Fa rumore il modello Magrini in Provincia con
alleanze inedite. Ma nel centrodestra il vento è cambiato.

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