Campane a morto
- Gianni Spartà
- 05/09/2025
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Forum di Cernobbio
Si torna a Cernobbio e per molti degli assidui frequentatori del Forum Ambrosetti sarà inevitabile provare una strana sensazione: quella del morto in casa nella peggiore delle ipotesi, del caro amico ricoverato in ospedale con prognosi infausta, nella migliore. Non c’è autorevole fabbrica del pensiero che più di Villa d’Este dal 1975 ai nostri giorni, abbia celebrato messe cantate spingendo incenso verso il tabernacolo dell’Unione Europea. Monti, Trichet, Almunia, Lagarde: gli eurocrati, non solo sono stati sempre protagonisti, hanno vittoriosamente influenzato il confronto di idee che ogni anno si svolge al massimo livello sul quel ramo del lago di Como. Facile constatare che essi hanno avuto buon gioco in un’epoca di confusione politica, di ricambio generazionale dei leader, di feroce recessione economica. Nel tempo è stata messa al sicuro una certezza: ci avrebbe salvato dal baratro una realtà continentale unita e forte. E si è avuta l’impressione della nascita di un salotto un po’ esclusivo nel quale ogni problema delle singole nazioni, prima tra tutte l’Italia per ragioni di ospitalità, veniva discusso in una prospettiva europea. Ma improvvisamente c’è stata la Brexit: uno dei membri più potenti del club, il Regno Unito, ha detto che con l’integrazione continentale non voleva avere più nulla da spartire. Il vento del dubbio ha attraversato la Manica investendo la Francia, l’Italia, la Germania, l’Austria, la Spagna. Se dovessimo dire qual è il simbolo dei raduni di Villa d’Este, non avremmo esitazione a indicarlo nel suono di un magico gong che chiama in conclave i potenti della Terra perché ciascuno esponga la propria opinione in un campo neutro e lontano dai taccuini dei giornalisti, che aspettano fuori. Ma se ci chiedessero di aggiornare la metafora, inevitabilmente penseremmo a una campana che suona mesta per annunciare l’indietreggiamento rispetto alle idee di Ventotene, il riaccendersi dei nazionalismi, lo sfaldamento che Mario Draghi, non l’ultimo consigliere comunale, pochi giorni fa al Meeting di Rimini ha così descritto: “Per anni l’Unione europea ha creduto che la dimensione economica, con 450 milioni di consumatori, portasse con sé potere geopolitico e nelle relazioni commerciali internazionali. Quest’anno sarà ricordato come l’anno in cui questa illusione è evaporata”. Domande: chi ha sbagliato le profezie, le analisi e dove le ha sbagliate? Certo il caos geopolitico è sotto gli occhi di tutti. C’è un satrapo russo che ha riportato indietro le lancette della storia e si vuole mangiare l’Ucraina, pensando magari di aggiungere al suo pasto altre pietanze adocchiate nei paraggi. Proprio a Cernobbio anni fa Shimon Peres e Arafat si stringevano la mano a favore di telecamere, mentre oggi l’orco Netanyahu affama donne e bambini a Gaza, non contento d’averla rasa al suolo, e Hamas minaccia di restituire gli ostaggi israeliani residui un pezzo alla volta. Ma in tutto ciò, nel fragore dei bombardamenti, nella dittatura dell’odio razziale e delle pulizie etniche, come possiamo immaginarcela l’Europa venerata per anni nel pensatoio di Cernobbio? Una potenza continentale, con un governo vero, un esercito autonomo, una voce in capitolo? No. E’ lo scendiletto di Trump, una mucca da mungere nella corsa al riarmo. E cosa ci resta della fedeltà ai valori di un Occidente che si è suicidato oscurando, tra l’altro, le proprie radici cristiane per non far torno non si capisce a chi? Ho sempre nelle orecchie il monito che Ratzinger, ancora cardinale, rivolse agli gnomi radunati Cernobbio l’8 settembre del 2001: l’Unione europea non può essere solo la condivisione di una moneta unica, fu la sintesi del suo discorso. Aggiornamenti: nemmeno può essere, con i suoi 450 milioni di consumatori, un frantoio nelle mani del paperone biondo che fa impazzire il mondo. E’ tempo di sentire un’altra musica. E se l’alternativa fosse l’Eurasia, se ci rendesse conto che a Oriente, dove finge di dormire il drago cinese, c’è spazio per alleanze inedite e che Africa e America del Sud sono miniere economiche e sociali preziose? Gli illuminati radunati a Cernobbio 2025 hanno di che ragionarci e poi spiegarci. Ma a patto di mettere in primo piano, con un po’ di autocritica, i difetti di una creatura allevata in questi anni a costi proibitivi, quasi scandalosi, nei palazzi di Bruxelles e a Strasburgo. L’Europa non può perdere nelle chiese e nei parlamenti ed essere per giunta un’entità politicamente senza poteri.