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La Dama Rossa

  • Gianni Spartà
  • 11/10/2025
  • 0

Love story col segretario di Garibaldi

Succede spesso la domenica mattina: visita guidata al cimitero monumentale di Giubiano, tanto più ora che il Comune ha aperto il cantiere del Famedio, il luogo in cui saranno scolpite sulla pietra i nomi dei varesini illustri. Ne son stati selezionati trentaquattro, per il momento, altri se ne aggiungeranno. Intanto un giro tra le tombe rivela, tra l’altro, che il segretario particolare di Giuseppe Garibaldi “dorme sulla collina” da quasi due secoli come fosse un personaggio dell’antologia di Spoon River. Si chiamava Giuseppe Guerzoni, era originario di Mantova, e se è sepolto a Varese si deve a due fatti: fu ferito nella battaglia di Biumo (1859), venne e ospitato da una bella aristocratica locale di cui si innamorò. La cosa destò scalpore: la donna, infatti, era maritata. Ma quel legame si rivelò talmente intenso che i due si ricongiunsero quando ormai l’Italia era fatta. Di Garibaldi - del quale lasciò una preziosa biografia replicata per Nino Bixio - Guerzoni doveva avere il fascino e la capacità di fare centro nei cuori femminili. Forse come il suo generale si concesse numerose indulgenze nel campo in cui le ebbero tutti gli uomini d’azione. Alle nostre latitudini c’è ancora da conoscere molta storia d’armi e di eroi e anche di eroine, a quanto pare. Ed è una storia che conferma, se ce ne fosse bisogno, quanto seguito abbia avuto il Garibaldi all’ombra del Sacro Monte. Come lo ebbe a Bergamo e in altre città della Lombardia che furono rosse al pari di quelle camicie cui si deve una parte importante del romanzo dell’Unità d’Italia. Guerzoni riposa sotto un blocco di granito con la scritta "Serbi un sasso il nome". Per anni gli studiosi hanno cercato di dare un nome alla “pasionaria” protagonista di questa love story in salsa patriottica. Alla fine l’hanno trovato: la Signora in Rosso era Carolina Berra, moglie del conte Carlo Venino. Discendeva da una nobile famiglia milanese con residenza di villeggiatura a Biumo in una casa costruita da Vincenzo Dandolo su disegno di Leopoldo Pollack. La soluzione del caso si deve a una ricerca di Giuseppe Armocida e della sua allieva Gaetana Silvia Rigo. E se una morale si può trarre, facendo un paragone con la Dama Bianca di Fausto Coppi, celebre consorte di un medico di Varano Borghi, la si può declinare così con un minimo di azzardo: dev’esserci qualcosa nell’aria di Varese, non a caso teatro delle novelle di Piero Chiara, che induce a romanticismo condito di trasgressione. Tanto volle legarsi a Carolina il prode garibaldino da chiedere nel testamento di riposare in pace tra noi. Per amore di lei. Un camposanto è il testimone affidabile e silenzioso di vicende dimenticate. Vi si trovano epigrafi, simboli, decorazioni e una luce può improvvisamente illuminare l’oscurità di qualche arcano. A Varese, a Torino, a Marsala. Galeotto fu il ferimento del soldato Guerzoni a Biumo o forse nell’altra battaglia a San Fermo. Da quell’evento accidentale iniziò a dipanarsi il romanzo rosa che sarebbe piaciuto a Liala. La dama in abiti aristocratici e il combattente rivoluzionario. Lei che non può immaginare l’irrefrenabile passione accogliendo nella sua casa l’infermo. Lui che copre lo scandalo ma non può evitare il dramma. Il marito tradito ripudia la consorte, lei si ammala e nel 1881 muore a 42 anni lasciando in usufrutto la villa di Varese a Giuseppe. Il quale rinuncia al legato, non a sostare sulla tomba dell’amata a Giubiano e a disporre d’essere deposto lì accanto dopo la morte. Vicini per l’eternità? Il destino ha deciso di no. La tomba di Carolina un «giorno impietoso» è stata rimossa separando i due amanti e lasciando solo per sempre il soldato innamorato.

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Giuseppe Garibaldi Giubano Giuseppe Guerzoni Battaglia di Biumo

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