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Cuori stampati

  • Gianni Spartà
  • 15/11/2020
  • 0

La favola di Lucas

Nel centenario della nascita di Gianni Rodari possiamo raccontare questa  come una favola al telefono. Si svolge tra Varese e Londra e il titolo potrebbe essere: Cuori Stampati. I protagonisti sono due, un neonato di pochi mesi, venuto al mondo con un grave difetto cardiaco, operato due volte, alla fine salvato: si chiama Lucas. E un ingegnere biomedico, Claudio Capelli, che ha messo la firma sotto la sopravvivenza del piccolo, avendo stampato in 3D il suo cuoricino per consegnarlo ai chirurghi che, in possesso di un modello perfetto, hanno potuto tagliare, cucire, aggiustare l’organo di carne copiando quello di plastica. Medicina e informatica a braccetto. Ingegnere che studia, riproduce, costruisce goccia a goccia un pezzo da aggiustare, medici che dopo aver detto a un papà e a una mamma: le possibilità di vita sono ridotte al lumicino, intervengono e sconfiggono la morte. Claudio Capelli è un varesino. Se lo ricordano chierichetto nella chiesa di Santo Stefano a Velate dove abita la sua famiglia. Ha studiato a Londra, finanziato dalla a British Heart Foundation e se gli avessero detto che un giorno il suo computer sarebbe stato utile a guidare il percorso di un bisturi-robot nel prestigioso Great Ormond Street Hospital di sua maestà britannica, avrebbe riso a crepapelle. Della sua impresa si è saputo leggendo un articolo pubblicato da Sian Elvin sul Metro News di Londra. Felice come una pasqua, don Adriano, accanto al quale Claudio serviva messa, lo ha distribuito ai fedeli al termine di una liturgia in ricordo del professor Aldo Macchi, a un anno dalla scomparsa. E c’è un motivo: l’indimenticabile Aldo, docente dell’Insubria, ramo odontoiatria, era uno che con le stampanti 3D aveva rara e profetica dimestichezza. Come le impronte digitali, non esistono due cuori uguali in natura: li si può fabbricare col “copia e incolla” di un computer che detta così può sembrare una barzelletta. Claudio ci ha studiato sopra notte e giorno per mesi, dieci calcolando il tempo trascorso dalla nascita di Lucas alla sua resurrezione. Un altro enorme vantaggio dei cuori 3D è che essi aiutano a comunicare con le famiglie. Quando il bambino cresce - ha raccontato Claudio al suo intervistatore  - i genitori possono spiegargli perché si è salvato da una malformazione congenita e lui poi è in grado di capire che cosa è successo in quella sala operatoria tanti anni prima. Magari Lucas deciderà di iscriversi a una università e studiare le biotecnologie che lo hanno fatto vivere.  Morale della favola: i giovani teniamoceli buoni, sono il  futuro di questo mondo che pratica la cultura dello scarto, spesso e volentieri gettando via il bambino con l’acqua sporca. I giovani sono non solo quelli che fanno lo struscio sul lungomare di Napoli infischiandosene della pandemia. E nemmeno quelli che si tatuano anche il cervello sperando di dimostrare di averlo. I giovani sono cento, mille Claudio che si guadagnano una borsa di studio a Londra e inventano miracoli.     

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