Sentiero stupendo
- Gianni Spartà
- 29/10/2022
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Con Guttuso e Fiorella
Velate, le sue residenze patrizie, i suoi sentieri, il suo villeggiante più famoso del Novecento, Renato Guttuso. Ho pensato a lui davanti un celebre autoritratto (foto) : il maestro passeggia assorto tra i boschi del borgo dove si fermava fino quando “cadevano le castagne” per poi tornare a Roma dove nei giorni scorsi è morto il figlio adottivo Fabio Carapezza. E’ bello da Velate puntare verso l’alto oppure immergersi in una foresta tagliata dal corso del Vellone e seguire il sentiero Fiorella che sbuca ad Avigno ed è attrezzato di spalliere e pedane per il fitness. Chi era Fiorella? Una sfortunata campionessa schiacciata dalle ruote di un camion mentre si allenava in bicicletta. E’ accaduto rare volte un evento di immediata partecipazione civica a una tragedia costata l’esistenza a una donna di 40 anni. Ed è questa la cifra dell’amore che circondava Fiorella Noseda, a sua volta portatrice sana della misteriosa miscela umana di affetto e impegno. Nella scuola, dove era insegnante di educazione fisica, nella famiglia dove era il punto di riferimento per sua figlia Elisa oggi medico, nello sport, dove vinceva sempre. Straordinaria sugli sci che abbinava al tiro con l’arco, grintosa in bicicletta, Fiorella è stata una piccola grande atleta di provincia che aveva le foto sui giornali dopo il trionfo in una gara e la libreria affollata di medaglie e di coppe. I segni del successo alcuni dei quali oggi stanno sulla sua tomba, sempre fiorita, nel panoramico cimitero di Velate, ultima dimora, tra l’altro, della scrittrice Liala. Fiorella è morta il nove settembre del 1998, lo stesso giorno in cui se ne andava Lucio Battisti. Il suo canto libero sopravvive al mistero della morte. C’è questo sentiero tra Velate e Avigno che fa pensare a “alla ragazza forte nello sport, dolce nella vita”, come è scritto sulla sua tomba e sempre a lei è dedicata la pista ciclabile che s’allunga dalla Schiranna verso il giro completo del lago di Varese. Per i credenti saper vivere bene nell’intimo e con il prossimo è un dono divino. Un’altra Fiorella, Mannoia, canta così: “Per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta. Per quanto sembri incoerente e testarda, se cadi ti aspetta E siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta. Tenersela stretta”. Ciò che faceva la Noseda, risorsa preziosa nella comunità che frequentava. Uno stimolo eccezionale usciva dalla sue corde in qualsiasi campo s’impegnasse. Quando s’è congedata in un incidente stupido - ferma al semaforo accanto a un camion, il veicolo s’è mosso, scattato il verde, mentre lei perdeva l’equilibrio e cadeva tra le ruote anteriori e posteriori- Fiorella coltivava una speranza confidata agli amici: aprire una palestra sociale aperta anche alle persone fragili. In vent’anni iniziative di questo genere ne sono sorte parecchio. Forse le pilota lei da lassù.