Blog



Chopin al Circolino

  • Gianni Spartà
  • 27/12/2024
  • 0

La rivoluzione di Cesare

Che ci fa quell’uomo in frac al circolino di Bobbiate? Per la verità è un ragazzo, vent’anni, e gli calza a pennello il farfallino con l’abito da cerimonia mentre suona i migliori Notturni di Chopin. Caso mai è curioso che ci sia un bel pubblico ad ascoltarlo, gente per nulla sorpresa da un genere tipico di altri luoghi, anzi abituata a coniugare da qualche tempo boccali di birra e musica dal vivo. Un modo intelligente di rigenerare, rinnovare, aggiungere, non togliere. Guai a farlo. Per i quartieri di Varese e zone i circolini sono sacri come chiese. Li hanno fondati i nonni, li hanno tramandati ai figli e i figli vorrebbero vederci dentro i nipoti. Che due giorni prima di Natale sono venuti a sentire Andrea Bazzi, questo il nome del pianista, invitato da Cesare, il nuovo gestore del locale, un tipo tosto, svelto come un gatto, capace di sciogliere la lingua ai muti. Ha imparato il mestiere a Londra e a Roma, adesso si è messo in testa di far rinascere a modo suo un luogo di cui una trentina di anni fa parlarono tutti i giornali italiani e stranieri perché qui dentro, seduto a un tavolo, andava in scena il teatrino quotidiano di Umberto Bossi e del suo aiutante di battaglia Roberto Maroni. Attorno ai due si radunavano leghisti della prima ora che furiosamente si davano ragione a vicenda. Il Senatur ordinava Coca Cola, masticava un sigaro spento e cominciava a raccontare. Illusionista di talento? Diciamo che usava qualche trucco. Proprio al circolino di Bobbiate una volta spiegò le radici celtiche dei territori sopra la linea del Po, probabilmente inventando sul momento. La gente però ci credeva e la propaganda forgiava personaggi irripetibili come il balenottero torinese Mario Borghezio, il tricheco della Valsugana Erminio Boso, il senatore alato Giuseppe Leoni che i suoi interventi in consiglio comunale a Varese li faceva in dialetto. Cesare Orlando non era ancora nato quando avvenivano queste cose, ma deve averle annusate nell’aria prenotandosi per gestire proprio questo locale in una castellanza come Bobbiate fiera della sua storia, delle sue cronache, dei suoi parroci. A uno dei quali, don Mario Cortellezzi, è stata dedicata una strada a furor di popolo. Per 36 anni, dal 1956 al 1992, questo sacerdote ha accompagnato la trasformazione del rione da piccolo borgo rurale a moderno quartiere residenziale di Varese. Morì nel 2003, generazioni di studenti del liceo scientifico Galileo Ferraris lo ricordano come insegnante di religione. Resta la domanda iniziale: che ci fa Chopin al circolino che si chiama “da Cesare”? La risposta probabilmente è nei Notturni ai quali il celebre musicista polacco adattava la sua indole sognante, tipicamente romantica. Come quella di Cesare. A proposito: buon anno!  

Aggiungi Commento

Nome
Email
Testo Commento (evidenzia per modificare)

(0) Commenti